Animaren Margolariak

Eravamo in un bar della parte vecchia a giocare a freccette (senza avere molto chiaro come funzioni il conteggio dei punti), quando alla tv vediamo Albaola.

Si tratta di un reality con sfida tra artisti, che per qualche ragione sono andati a dipingere barche nel nostro cantiere, per fortuna fuori dall’orario di lavoro…

Al link qui sotto trovate la trasmissione, se proprio volete rivedervela (in basco, ovviamente):

https://www.eitb.eus/eu/telebista/programak/arimaren-margolariak/

San Martino

A Venezia io e Rita abbiamo imparato la tradizione del San Martìn. Per chi non ne sapesse nulla consiglio di ascoltare il podcast fatto da Rita e la sua ex-coinquilina Chiara, in cui spiegano tutto per filo e per segno:

Golosi come siamo, non potevamo non esportare la tradizione, ecco qua quindi (dopo la versione nera dell’altranno denominata San Martin Luther King) la sua trasposizione iberica, a cavallo di un toro.

Per l’anno prossimo ci hanno già detto che la versione basca dovrebbe avere una pecora, più precisamente la Ardi Latxa: https://it.wikipedia.org/wiki/Latxa

PS Purtroppo per il 21 non potremo fare la castradina, come tradizione vorrebbe per la festa della Salute… Pensateci mentre la mangiate!

Whiskey plank

Nel mondo anglosassone della costruzione di barche ci sono varie tradizioni. Una di queste è brindare per la posa dell’ultima tavola di fasciame quando si costruisce una barca.

Dalla foto dei costruttori manca Filip, che era già scappato a casa

Oggi il gruppo che sta costruendo un water wag per una cliente irlandese (detti “i waggers”) ha appunto posato l’ultima tavola, chiamata -come avrete intuito- “whiskey plank”. Non poteva che essere whiskey irlandese, ovviamente.

Su cosa sia il water wag consiglio la lettura della pagina di Wikipedia https://en.wikipedia.org/wiki/Water_Wag ma di certo il giorno che sarà finito scriverò un post al riguardo.

Zinema

Questa settimana cinema a tre euro, solo così Rita mi ha convinto ad andare a vedere “un film cinese in lingua originale con sottotitoli in spagnolo”. Altro che Corazzata Potëmkin con sottotitoli in cecoslovacco.

Per fortuna era un film sudcoreano, “Parassita”: https://www.imdb.com/title/tt6751668/

Dico per fortuna non perché parli fluentemente il correano, ho dovuto comunque leggermi i sottotitoli in castigliano, ma perché rispetto ai cinesi è tutto un altro modo di fare cinema. Mi ha ricordato moltissimo “Naufrago sulla luna”, che vi consiglio di ripescare (era stato trasmesso da Rai4 con doppiaggio italiano, quindi magari si trova ancora). Stesso tipo di commedia surreale che a tratti vira al drammatico con tocchi ansiogeni. Se vi piace anche Gianni Morandi siete a cavallo.

Non dico altro, se non che è uno dei pochissimi film che ho visto con Rita e che è piaciuto a entrambi: miracolo!

In Italia esce il 7 novembre, cercate un cinema che lo proietti e andatevelo a vedere. Se non vi fidate del mio parere -e fate bene- sappiate che ha vinto la Palma d’Oro a Cannes (primo film coreano a farlo), mica noccioline.

Karel

Quando imparo un termine barchereccio nuovo non significa che poi lo sappia dire anche in italiano, o in inglese, o in spagnolo…
Per dire, l’altro giorno dopo mesi che usavo la parola molto frequentemente ho finalmente cercato sul dizionario la traduzione dello spagnolo chaflán (inglese chamfer). Ho scoperto che si dice “cianfrinatura” (o anche “cianfrino”), che è obiettivamente bruttissimo e forse preferivo restare senza saperlo.

Ad ogni modo, karel è basco per caprail e in spagnolo e italiano non so come si dica. In veneziano sarebbe nerva, ovvero il numero 37 del disegno qui sotto:

https://www.oxfordhandbooks.com/view/10.1093/oxfordhb/9780199336005.001.0001/oxfordhb-9780199336005-e-48#oxfordhb-9780199336005-figureGroup-208

Da inizio ottobre i nuovi studenti sono stati distribuiti sui vari progetti che abbiamo all’attivo, ma due son rimasti a finire i telai su cui stavano lavorando e io che dovrò lavorare con quantomeno uno di loro sto aspettando che arrivi novembre per iniziare col progetto nuovo. Intanto son rimasto sul San Juan ad aiutare i nuovi arrivati, assurto a studente con più lunga esperienza sul campo.

E insomma, mentre dispensavo consigli e indicazioni a tutti, ho fatto con Ioanna il karel di tribordo.

Sembrava molto difficile ma non è stato poi così complicato! Sono molto contento di poter dire di aver fatto una parte così “visibile” della nave. Una degna conclusione di questa metà anno a lavorare sul galeone. Ammesso che mi facciano scendere prima o poi…

Hirikilabs

Ieri e oggi io e Dani siamo stati a un laboratorio di saldatura tenuto in una delle mille stanze incredibili di quel posto incredibile che è la Tabakalera.

Nella fattispecie, si trattava di un corso introduttivo (di elettrodo e MIG) tenuto da un ragazzo guarda caso italiano di Ravenna, all’interno degli Hirikilabs, ovvero “laboratori cittadini”.

Cos’è? Beh, un posto fighissimo dove passerei i miei giorni se già non li passassi a lavorare il legno. Ma di certo ci ritorno. Eccome se ci ritorno. Vi metto alcune foto giusto per darvi un’idea:

E non ho messo le foto dei computer per programmare, dei Mac per fare disegno tecnico, del telescopio… Oltre che dell’officina dove abbiamo saldato e dove ci sono gli attrezzi più “seri”. Insomma, uno spazio aperto alla cittadinanza, votato a progetti partecipati e inclusivi, possibilmente basati su hardware e software open source.

Il sito ufficiale

Ovviamente tutto gratuito. Mi convinco sempre di più che i Paesi Baschi siano l’equivalente spagnolo del nostro Trentino Alto Adige.

Izenak

Oggi parlavamo di nomi baschi con Ramuntxo e Uxue, i nostri coinquilini.

Dovete sapere che ai baschi piacciono i nomi presi dalle cose della natura: Luna, Monte, Terra, Bosco (che va bene, è come “Silvia”), Legno, Nube. Insomma, sono praticamente come i pellerossa.

E niente, pare che esista il nome “Gogotz”. Non posso ancora crederci e spero con tutto il cuore che ci abbiano perculato, perché se lo cercate sul dizionario trovate che significa “sterco, letame, escrementi”.

Gnocchi

Diciamo bene ma non benissimo. Ci abbiamo provato ma l’impasto è venuto molto appiccicoso. Abbiamo dato la colpa alle patate e ce li siamo mangiati tutti comunque.

Per fortuna mia nonna non legge questo blog.