Grandi novità sul fronte abitativo: nello stesso giorno mi sono arrivate due proposte (a cui si somma una terza di cui dirò a tempo debito)!
La proposta numero uno viene da Federico e Remì, due ragazzi della scuola. Vivono in un appartamentino davanti al frontón di San Pedro (ovvero la piazza col campo da pelota che c’è in tutti i paesini baschi https://en.wikipedia.org/wiki/Fronton_(court)) e vorrebbero affittare la terza cameretta che hanno. Il prezzo è nella media, la casa bella.
La proposta numero due – nota come “variante guardiano del faro” – è saltata fuori a pranzo, parlando di come ci sia bisogno di stare un po’ dietro ai volontari durante la loro permanenza nel dormitorio e su come stare un po’ dietro anche alla cucina. In quanto unico residente stabile di Albaola al momento, l’idea sarebbe di propormi di fare da referente per quanto riguarda l’hospitality in cambio di uno sconto sull’affitto mensile.
Dato che coi (pochi) soldi che ho da parte devo in qualche modo campare tre anni, quest’ultima sarebbe l’offerta verso cui mi orienterei. Vediamo se e quando la proposta verrà ufficializzata. In ogni caso si tratterebbe di rimanere qui “solo” fino ad agosto, perché da settembre Rita dovrebbe raggiungermi e andremmo a stare in una doppia, possibilmente a Donosti.
Oggi ero a Donosti a godermi il lunedì di riposo: c’erano quasi venti gradi e in spiaggia era pieno di gente che faceva surf… Belli da guardare, ma standosene all’asciutto. Per il bagno ci rivediamo in un mese che non sia febbraio, grazie.
Già che ero in città, ho fatto un giro al supermercato per prendere due robe per la settimana quando ecco, davanti a me, il miracolo:
Da Lidl (che non mi ha pagato per fare questo post) come saprete ci sono spesso le settimane a tema sulle varie cucine del mondo: negli scorsi mesi ci sono state la giapponese e la francese, per dire.
Nel mucchio anche tanta robaccia, tipo la solita pasta colorata improbabile che viene venduta solo agli stranieri (si trova senza problemi anche a Venezia, ovviamente).
Ma ho potuto comprare del pesto “trapanese” di pomodorini secchi, delle piade sfogliate, della salsa di pomodoro decente (ovvero liscia), delle lasagne, ma soprattutto, delle pseudo-macine!
Come anche in Germania, Francia e altri Paesi, qui non esistono i biscotti da colazione. Ci sono solo quelli da tè. “Uno vale l’altro”, direte voi… E invece no. Si possono invertire in un senso ma non nell’altro, ovvero si può prendere il tè delle cinque con dei Galletti, ma voglio vedervi la mattina a mangiare un quintale di biscotti al burro, oppure biscotti ricoperti di cioccolata per fare colazione. Già non sono sane le Macine, figuriamoci così (per la cronaca, al momento sul fronte biscotti campo principalmente di Digestive).
Ovviamente questo inaspettato ben di dio arriva proprio pochi giorni prima della venuta di Rita, che passa a trovarmi per le vacanze di Carnevale. Ovviamente metà del suo bagaglio è già stato precettato:
Ieri ho finalmente conosciuto Marco, ragazzo di Venezia (“nato a Venezia ma cresciuto al Lido”, parole sue) che mi avevano già anticipato vivere qui e lavorare occasionalmente in uno dei bar di San Pedro (il Begihaundi). Ero seduto a parlare di baccalà con gli altri (c’è un negozietto a Trintxerpe che vende solo quello, per questo è uscito l’argomento) e proprio mentre citavo il baccalà mantecato il cameriere che ci stava portando via i bicchieri vuoti mi fa: “ma sei italiano?”
Oggi invece uno dei volontari che spesso passano per lavorare qua, principalmente nei fine settimana, mi presenta un altro che avevo già visto altre volte, dicendomi: “lui è italiano”. E così ho conosciuto pure Alessandro, sardo che lavora per una birrificio locale. A quanto pare qui intorno ci sono più italiani di quanto mi aspettassi.
Il nome significa “cattiva persona”, in un misto tra il castigliano mala e il basco gizona. L’espressione si trova attestata in un manoscritto risalente al XVII secolo contenente la lista denominata Vocabula Biscaica, ovvero una lista di parole basche mischiate ad altre inglesi, francesi, olandesi, spagnole e tedesche.
Inizia il mio fine settimana traslato e oggi è il mio sabato. Per il resto di Pasaia però è domenica, in particolare la settima giornata di campionato della Liga de bateles.
Un batel è più piccolo di una trainera, ma ci assomiglia molto. Si tratta di un’imbarcazione con quattro vogatori a banco fisso, più il timoniere che allo stesso tempo incita i propri compagni di squadra e tiene il ritmo della vogata.
Ai donostiarras piace travestirsi e fare casino, a quanto pare. Neanche un mese dopo la tamborrada ecco che a San Sebastian il primo sabato di febbraio arrivano i caldereros (http://www.kaldereroak.com/).
Direte: “ma il primo sabato di febbraio era due settimane fa”. Vero, ma a Pasaia a quanto pare arrivano dopo rispetto alla grande città.
Ognuno ha il suo bravo padellino e martellino da “suonare” e sfilano con tanto di orsi ammaestrati finti, cavalli e carrozze (a San Pedro un asino era più che sufficiente). Le femmine con grandi scialli colorati, i maschi con cappelli di feltro pieni di spillette.
Cantano varie canzoni, quella che citavo prima fa così:
¡Qué belleza! ¡Qué paisajes contemplamos todos por doquier! ¡Al gran pueblo donostiarra saludamos llenos de placer!
Caldereros somos de la Hungría, que venimos a San Sebastián. Aquí Momo sólo nos envía a deciros que pronto vendrá.
Componemos la vanguardia del alegre Carnaval. ¡Ay cuánta dicha vamos a gozar!
¡Tocad, cantad, chocad!
Recorrimos diversos países y admiramos beldades a mil. Pero nunca mujeres tan lindas cual las niñas que vemos aquí. Su cintura es flexible palmera, son sus labios cual fino coral. Si ellas fueran caldereras con sus ojos fundieran metal.
In cantiere ce n’è uno che è indispensabile quando si tratta di movimentare grossi tronchi o spostare pile di assi di legno. Purtroppo lo possono guidare solo i carpentieri, che hanno il patentino. Noi dell’Aprendiztegi no…
È incredibile vedere con quale facilità riescono a spostare cose da un lato all’altro del cantiere, facendo delle manovre assurde in spazi molto ristretti.
Poi vabbé, come sfilano le assi dai mucchi messi a stagionare e se le portano via…
Pioggia: no. Ma stasera un colpo di stufa in cucina non ce l'ha tolto nessuno, anche se son due giorni che a pranzo mangiamo con la finestrona spalancata e che lavoriamo in maniche corte.
Ieri serata impegnativa perché tra la notte e la mattina di oggi se ne sono andati i tre marsigliesi, un altro francese e l’austriaca che erano qui come volontari (i primi come tirocinio dalla loro scuola, gli altri per visitare la scuola e valutare se iscriversi il prossimo anno).
Dico impegnativa perché ovviamente abbiamo voluto salutarci e siamo rimasti fuori fino a tardi. Fino a qui tutto normale, la cosa che ci tenevo ad appuntare è la seguente:
Come si è forse capito dai racconti precedenti, Albaola si trova alla fine di una stradina/sentiero-semipedonale che costeggia il mare del golfo di Pasaia.
Questo lungomare è sempre molto frequentato da locali e non solo per farsi un giro o una passeggiata (da qui parte il sentiero che va a San Sebastian, parte del cammino di Santiago). Dalla riva si vedono spesso barche passare e, soprattutto la sera prima di cena, si possono guardare gli equipaggi delle trainerak che si allenano in qualsiasi condizione climatica.
Ma a qualsiasi ora del giorno o della notte si passi, che piova o ci sia il sole, puoi essere certo che ci troverai dei pescatori. Gente che lo fa per passatempo, con esche luminose, birre, torcia da testa, impermeabile e un numero x di canne da pesca, con x che va da 1 a troppe.
Ecco, un quasi due mesi passati qua non ne ho mai visto uno prendere nulla. Zero. Niente. Ma ieri, proprio dopo averne discusso con alcuni degli altri… passiamo di fianco a uno che in quel momento esatto ci tira in strada un grongo (https://it.wikipedia.org/wiki/Conger_conger).
Non so se i pesci anguilliformi si pescano meglio con la bassa marea, ma ieri c’era una secca eccezionale (qui l’escursione tra i due picchi è di 3-4 metri, praticamente il doppio di Venezia). Ho anche fatto una foto dello scivolo di Albaola quasi completamente scoperto ma non si vede niente perché troppo buia, mi dispiace.
Ieri mi hanno detto che lunedì mi aspettavano alla prima lezione di basco all’euskaltegi… Peccato che non mi avessero fatto sapere giorno e ora!
Per fortuna ci sono due lezioni a settimana e la seconda è mercoledì. Oggi sono quindi uscito un po’ prima per riuscire ad arrivare in tempo: la lezione è dalle 18 alle 20, mentre io solitamente finisco di lavorare alle sei (aggiungiamoci pure che son dovuto passare in edicola a comprare un quaderno, che ancora non avevo).
Oggi eravamo solo tre in classe, evidentemente non sono stato l’unico a essere informato male degli orari… ma vedremo come sarà più avanti. C’è anche il solito “rischio della lezione gratuita” e perciò considerata saltabile dagli studenti più facilmente che altri impegni. Io conterei di andarci con regolarità, almeno adesso che sono agli inizi e non capisco nulla di nulla.
Per darvi un’idea della situazione, eccovi il verbo “essere” al presente:
Ni naiz – Io sono (il verbo va in fondo: ecco spiegato il titolo)
Hura da – Lui/lei è (il basco non ha genere)
Gu gara – Noi siamo
Zu zara – Tu sei
Zuek zarete – Voi siete
Haiek dira – Loro sono
E no, non mi sono sbagliato con l’ordine delle persone: è così.
[Guardando su internet ho scoperto che in effetti tra la prima e la terza persona singolare c’è un hi haiz, che sarebbe un “tu sei” informale, usato solamente per rivolgersi ad alcuni membri della famiglia e conoscenti dello stesso sesso… vi terrò aggiornati].
Pioggia: no (mi sto quasi iniziando a preoccupare, domani vado al supermercato a fare scorta d'acqua per la siccità)
Ciao! Lo vuoi un biscotto? (Questo sito c'ha dei cookie, credo. Di certo c'è una privacy policy da qualche parte) Oh, grazieLeggi
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