…o meglio, la mia vita vale 15.000€. Almeno così pare (rimpatrio della salma incluso!)
Mi sono arrivate le scartoffie dell’assicurazione per gli incidenti sul lavoro.
Speravo un po’ di più, ma d’altronde sarò morto, che mi frega?
Pioggia: Sì.
Come chi ha letto il post del viaggio ben sa, gli unici bagagli che mi sono portato dietro sono uno zaino giallo e due valigie blu.
Valigie mooolto pesanti perché piene all’inverosimile, ovviamente.
Ora, ho prodotto una gif che vi aiuterà meglio a comprendere come non fossero propriamente oggetti comodi da trasportare:
Trattasi infatti di una coppia di valigie risalenti ai ruggenti anni ’90, quando ancora non avevano pensato che mettere quattro ruote ai bagagli ingombranti forse poteva essere una buona idea.
Risalgono al nostro viaggio in Brasile (era il lontano 1996) e furono prese di seconda mano su Passatel, storica trasmissione di annunci di Radio Popolare. Leggenda familiare vuole che ci siano state vendute da una coppia che aveva annullato il viaggio di nozze dopo averle comprate, purtroppo non è stato tramandato se almeno il matrimonio fosse andato a buon fine o meno.
Nonostante siano pregne di storia, sono davvero pesanti da trasportare (soprattutto quando pesano qualcosa come trenta chili l’una) perché te le devi sollevare col braccino e tenere sollevate per tutta la durata del tragitto.
Ecco quindi che prima di traslocarmele nuovamente fino alla casa nuova (se mai troverò una stanza in cui andare a vivere) ho deciso di montarci delle rotelle girevoli, approfittando degli attrezzi a disposizione qui ad Albaola e del lunedì libero.
P.S. Sono arrivati tre francesi da una scuola di carpenteria di Marsiglia (la stessa che ha fatto Remi, un ragazzo del secondo anno dell’Aprendiztegi, prima di venire qui). Si fermeranno tre settimane, quindi fino a fine mese non sarò più da solo a fare il “guardiano del faro”.
Pioggia: sì, ma poca.
La brutta cosa della settimana di guardia è che si lavora anche di domenica (ma sabato prossimo starò a casa per recuperare). Oggi quindi ero a lavoro come al solito, ma con gran tranquillità perché non c’era quasi nessuno. Tra fine settimana e ammalati siamo stati decimati… Spero di non prendermi anch’io la febbre vomitosa che sta facendo il giro da queste parti.
Sono comunque stanco dalla settimana di lavoro, perciò stasera me ne rimango tranquillo vicino alla stufa. C’è di buono che Tommaso (potete seguirlo qui https://www.instagram.com/woodcheaps/) mi ha passato il link di alcuni video interessanti su Youtube e me li sto guardando da qualche ora. Eccone uno che a mia volta consiglio:
Poi certo, ti viene il nervoso quando in questi video ti dicono che puoi comprare una pialla n.5 o n.4 per meno di 5$ al mercatino delle pulci… Qui quella roba è considerata “vintage” e ti chiedono dieci volte tanto di solito.
Un giorno andremo tutti insieme a fare razzia negli Stati Uniti, è l’unica soluzione possibile. E già che ci siamo prendiamo anche qualche altra robetta…
Sono troppo pigro per andare a vedere come si fa a disattivare i messaggi di allerta del Centro Maree…
Si capisce che c’è brutto tempo quando alle nove meno cinque ci sono solo due persone in cantiere (e una di queste sono io che abito qua). È vero che di sabato c’è meno gente al lavoro, ma forse il vento a non so quanti nodi che alza onde sul sentiero per Albaola contribuisce al ritardo degli altri…
Pioggia: Sì.
Lavorare con dei carpentieri permette di venire facilmente in contatto col vernacolo locale. Mentre ancora non distinguo le imprecazioni basche dai complimenti, il castigliano è molto più facile da comprendere, e divertente.
*Disclaimer: questo articolo contiene parole che forse al vostro amico spagnolo potrebbe non fare piacere sentire*
La parola più usata è senza dubbio joder, che viene declinata in ogni sua forma (no me jodas va molto, ma l’infinito semplice resta un classico).
Al secondo posto, ma primo nei nostri pur sempre un po’ veneti cuori, c’è il bellissimo ostia. Pronunciato con severità e sentimento vale più di mille parole. Quando qualcosa es la ostia significa che è una figata. Mi domando perché a San Sebastián ancora non vendono le magliette con scritto “Donostia es la ostia“. Devo registrare il marchio, così divento ricco…
Terzo posto, ma solamente perché più complesso e perciò meno immediato nell’utilizzo, per la frase me cago en <la qualsiasi> (il più strano che abbia sentito è me cago en la leche, “nel latte”).
Ovviamente esiste la possibilità di combinare le tre a piacimento, come per l’onnipresente me cago en la ostia.
Ma nulla ti aiuta a piallare un pezzo di legno o piantare un chiodo come si deve quanto un me cago en dios ben scandito. Certi lo usano come un vero e proprio intercalare, forse i Paesi Baschi sono il Veneto di Spagna? Una ulteriore prova a favore di questo è che la criptobestemmia usata per sostituire ostia è ostras, che significa propriamente “ostriche”. Praticamente il celeberrimo ostregheta.
Pioggia: Sì.