Zerocalcare

Oggi mi hanno segnalato in diversi (grazie!) che Zerocalcare sarà a Donostia martedì mattina e a Pamplona in serata. Per la precisione, sarà ancora più vicino a me: alle 10:30 a Renteria, che è dall’altra parte della baia! http://www.ereiten.eus/berria.php?uuid=188

Verrà a presentare “Macerie Prime” (https://baopublishing.it/prodotti/Macerie-prime/) tradotto in basco (chi mi segue su Instagram avrà visto una mia storia dalla libreria quando ne ho trovata una copia qualche mese fa).

Confidando nel fatto che è la mattina di un giorno lavorativo, che la presentazione è in un posto inculato e gli italiani nella zona non sono poi molti forse è la volta buona che riesco a farmi fare un disegnetto… Anche se ovviamente tutte le mie copie dei suoi fumetti sono in Italia: mi toccherà comprarne uno in basco!

Citando quello che ha scritto su Twitter: “Al momento mi posso esprimere solo recitando testi dei Kortatu che conosco a memoria ignorandone il significato.” https://twitter.com/zerocalcare/status/1114823519802671104

“Zu zu atrapatu arte!”

Arraunak 2

Perché poi so che non ci dormite la notte: ecco altre due foto dei remi.

Si inizia a piallare la pala
Oggi Jabier gli ha dato la prima mano di colore dopo il primer

Arraunak

La prossima settimana ci sarà il varo di una delle barche che abbiamo costruito (è la copia di un’altra che è stata restaurata e sarà varata contemporaneamente). Per questo motivo in questi giorni stiamo provando a costruire dei remi.

E ho capito perché costano così tanto. Non me ne vogliano i remèri di Venezia se illustro brevemente qui il processo che abbiamo seguito (fatemi sapere se abbiamo fatto cappelle madornali, grazie!).

Si parte dal quadrato: due fette di cedar (può indicare varietà di “cedro”, “cipresso” o anche “pino”: non ho capito cosa abbiamo usato) e al centro faggio.
Con questo attrezzo all’avanguardia si tracciano le linee che formeranno l’ottagono
Col ferro a due mani si tagliano gli spigoli e voilà otto lati
A questo punto si tagliano nuovamente gli spigoli, magari con una vastringa, che è più piccina ed eccoci a sedici lati. Con la pialla si arrotonda ulteriormente.
Dopo aver lisciato i manici con carta vetrata, oggi abbiamo incollato le pale con la resina (epoxy!). Le coppie di remi sono due, di diverse dimensioni

Pilota

Ora penserete che qui sono circondato da italiani o che a San Pedro parlano tutti italiano. Giuro che non è così.

Però il barista dell’Antxeta, il terzo bar che si incontra partendo da Albaola (e solitamente il limite massimo verso cui ci spingiamo), parla italiano. Con un accento un po’ romanesco.

Per tredici anni ha vissuto a Pozza di Fassa, in Trentino. http://www.comune.pozzadifassa.tn.it/

Durante l’estate però si faceva 5 mesi non so dove fuori Roma, ecco spiegato l’accento. Dice che ha imparato l’italiano con la Settimana Enigmistica e che è la cosa che gli manca di più dell’Italia. Me ne farò portare su una copia da regalargli (glielo devo: ci ha offerto un sacco di roba).

Beh, comunque chiacchierando del più e del meno è saltato fuori che anche in Italia si gioca a pelota, che Wikipedia chiama con un nome molto autarchico: https://it.wikipedia.org/wiki/Palla_basca

Qui è lo sport nazionale, seguitissimo. Ogni città ha almeno un frontón, il campo da gioco che nei paesi più piccoli coincide con la piazza centrale.

http://ketari.nirudia.com/17538

Tra le tante, ho scoperto che ne esiste una variante che si chiama “Pelota italiana”, stranamente giocata con un tamburello, anziché un mandolino… https://it.wikipedia.org/wiki/Pelota_italiana

Angolo delle curiosità:
C’è questa cosa molto bella nel lessico di gioco:
A la novia significa “ultimo punto” (letteralmente, “dedicato alla fidanzata”).

Victor Hugo

Cet endroit magnifique et charmant comme tout ce qui a le double caractère de la joie et de la grandeur, ce lieu inédit qui est un des plus beaux que j’aie vus et qu’aucun « tourist » ne visite, cet humble coin de terre et d’eau qui serait admiré s’il était en Suisse et célèbre s’il était en Italie, et qui est inconnu parce qu’il est en Guipuzcoa, ce petit éden rayonnant où j’arrivais par hasard, et sans savoir où j’allais, et sans savoir où j’étais, s’appelle en espagnol Pasages et en français le Passage.

https://fr.wikisource.org/wiki/En_voyage,tome_II(Hugo,_%C3%A9d._1910)/Alpes_et_Pyr%C3%A9n%C3%A9es/C/8

Barbakoa

Ogni tanto mi perdo dei pezzi e non aggiorno il blog per qualche giorno. Provo a recuperarli dal futuro, mettendo una falsa data precedente.

Non ve ne accorgerete mai! (questo è uno di quei post)

Per festeggiare il bel tempo di questa settimana e il fatto di avere un’ora di luce in più domencia siamo andati sul monte Jaizkibel (quello dietro a San Juan) a fare una grigliata.

I nostri vicini hanno grigliato della paella

Bellissima giornata, a base di cibo, sole, cibo, slackline, altro cibo e ancora cibo, principalmente.

Il bucolico paesaggio basco dei dintorni, più simile alla Svizzera che alla Spagna

In serata gli altri si sono attardati sul monte, mentre io sono ridisceso a piedi per raggiungere mia madre col suo compagno, che sono passati a vedere dove vivo, cosa faccio e chiedermi se mangio abbastanza.

Le frecce per il traghetto di San Juan. È tutto indicato molto bene perché ci passa la via Francigena

Lunedì quindi (che ovviamente si è rimesso a piovere) visita guidata dei due paeselli e del museo di Albaola. Alle 18 poi, lezione di basco come tutti i lunedì.

Antxo

Pasajes Ancho o Pasai Antxo, che dir si voglia, è il paese dal lato del porto, di fronte all’imboccatura della baia dove si trovano San Pedro e San Juan/Donibane.

Insieme a Trincherpe/Trintxerpe e Lezo formano il comune di Pasajes/Pasaia, una creazione relativamente recente nei secoli dovuta alla volontà di riunire tutti i comuni che si affacciavano sulla baia per meglio gestirne il porto. https://it.wikipedia.org/wiki/Pasaia

“Atlas Maritimo de España” 1787/89 (il nord è a sinistra)

Come si può vedere da quest’altra mappa, una volta Antxo non esisteva. Fu costruito a inizio novecento, su terreni riportati dai dragaggi della baia per creare la moderna area portuale.

Così paesi che sono sempre stati in qualche modo rivali e in competizione fra loro si sono ritrovati sotto lo stesso CAP. E qui entra in gioco la spiegazione del post di oggi.

La nuova cinghia per la lavatrice è arrivata la scorsa settimana, ma all’ufficio postale di Antxo, che per la ditta di Barcellona che ce l’ha spedita sempre Pasajes è…

Questo, nella fattispecie

Visto che nessuno ci sarebbe passato fino a chissà quando, stamattina ho preso la mia brava bici e ho costeggiato tutta la baia per andare dall’altra parte (non ci vuole poi molto, a dire il vero) e finalmente poter fare un bucato.

Il porto. In lontananza si vedono le case di San Juan
Pioggia: no

Potín

La domenica è il nostro sabato, già lo sapete. Stamattina c’era un bel sole e siamo usciti a navigare.

Per la prima volta nei tre mesi che sono qui ho preso il traghetto per San Juan, il paese di fronte a San Pedro. Rivali da sempre, sono da sempre stati collegati da un traghetto.

In passato erano le donne a fare il servizio di spola, perché tutti gli uomini erano fuori a pescare o a trainare a remi le navi che dovevano entrare nella baia.

La statua alla batelera, a San Juan. Sulla destra si intravede il moderno traghetto – Moniquiña

Le bateleras sono conosciute nel mondo soprattutto grazie a Victor Hugo, che nel 1843 soggiornò qualche tempo a “Pasages” e le descrisse nel suo libro En voyage. Alpes et Pyrinées:https://fr.wikisource.org/wiki/En_voyage,tome_II(Hugo,_%C3%A9d._1910)/Alpes_et_Pyr%C3%A9n%C3%A9es/C/8

 J’ai regardé ; j’étais entre deux collines avec de hautes montagnes pour horizon, et j’allais droit à un bras de mer auquel la route que je suivais aboutissait brusquement à vingt toises devant moi. Là, au point où le chemin plongeait dans le flot, il y avait quelque chose de singulier.
Une cinquantaine de femmes, rangées sur une seule ligne comme une compagnie d’infanterie, semblaient attendre quelqu’un, et l’appeler, et le réclamer, avec des glapissements formidables. La chose m’a fort émerveillé ; mais ce qui a redoublé ma surprise, ça été de reconnaître, au bout d’un instant, que ce quelqu’un, si attendu, si appelé, si réclamé, c’était moi. La route était déserte, j’étais seul, et toute cette bourrasque de cris s’adressait vraiment à moi.
Je me suis approché, et mon étonnement s’est encore accru. Ces femmes me jetaient toutes à la fois les paroles les plus vives et les plus engageantes : Señor frances, benga usted con migo ! — Con migo, caballero ! — Ven, homhre, muy bonita soy !
Elles m’appelaient avec les pantomimes les plus expressives et les plus variées, et pas une n’avançait vers moi. Elles semblaient des statues vivantes enracinées dans le sol auxquelles un magicien eût dit : Faites tous les cris, faites tous les gestes ; ne faites point un pas. Du reste, elles étaient de tout âge et de toute figure, jeunes, vieilles, laides, jolies, les jolies coquettes et parées, les vieilles en haillons. Dans ces pays rustiques, la femme est moins heureuse que le papillon de son champ. Il commence par être chenille ; ici c’est par là que la femme finit.
Comme elles parlaient toutes à la fois, je n’en entendais aucune, et j’ai été quelque temps avant de comprendre. Enfin des barques amarrées au rivage m’ont expliqué la chose. J’étais au milieu d’un groupe de batelières qui m’offraient de me faire passer l’eau.

A Pasaia son dedicate poche pagine, ma è piacevole leggerle (molto divertente il passaggio in cui Hugo si congeda dall’albergo di San Sebastián dicendo di volersi trasferire a Pasajes, lasciando il maître esterrefatto).

Acquarello di T. L. Hornbrook, 1830

Purtroppo usciti dalla baia non c’era un alito di vento, ma siamo riusciti a issare le nostre vele al terzo sulla via del ritorno, andando fino in fondo alla baia, di fronte a Lezo.

Albaola vista dalla nostra barca al rientro

Ritorno a remi, ovviamente. E poi birretta (non per me, tranquilli che sono ancora astemio) in piazza a San Juan. Purtroppo c’è da ammettere che è molto più bellina di San Pedro. Sarà che è dal lato al sole…

P.S. Se vi siete appassionate alla storia delle bateleras, qui trovate un saggio molto completo al riguardo a cura di Rosa M. Cantín (in castigliano): http://www.euskomedia.org/PDFAnlt/vasconia/vas23/23055090.pdf Ma non preoccupatevi: avremo modo di ritrovarle. A quanto pare il 31 luglio c’è una regata dedicata a loro!

In abito d’epoca, ovviamente
Pioggia: no