Perché poi so che non ci dormite la notte: ecco altre due foto dei remi.
Arraunak
La prossima settimana ci sarà il varo di una delle barche che abbiamo costruito (è la copia di un’altra che è stata restaurata e sarà varata contemporaneamente). Per questo motivo in questi giorni stiamo provando a costruire dei remi.
E ho capito perché costano così tanto. Non me ne vogliano i remèri di Venezia se illustro brevemente qui il processo che abbiamo seguito (fatemi sapere se abbiamo fatto cappelle madornali, grazie!).
Pilota
Ora penserete che qui sono circondato da italiani o che a San Pedro parlano tutti italiano. Giuro che non è così.
Però il barista dell’Antxeta, il terzo bar che si incontra partendo da Albaola (e solitamente il limite massimo verso cui ci spingiamo), parla italiano. Con un accento un po’ romanesco.
Per tredici anni ha vissuto a Pozza di Fassa, in Trentino. http://www.comune.pozzadifassa.tn.it/
Durante l’estate però si faceva 5 mesi non so dove fuori Roma, ecco spiegato l’accento. Dice che ha imparato l’italiano con la Settimana Enigmistica e che è la cosa che gli manca di più dell’Italia. Me ne farò portare su una copia da regalargli (glielo devo: ci ha offerto un sacco di roba).
Beh, comunque chiacchierando del più e del meno è saltato fuori che anche in Italia si gioca a pelota, che Wikipedia chiama con un nome molto autarchico: https://it.wikipedia.org/wiki/Palla_basca
Qui è lo sport nazionale, seguitissimo. Ogni città ha almeno un frontón, il campo da gioco che nei paesi più piccoli coincide con la piazza centrale.
Tra le tante, ho scoperto che ne esiste una variante che si chiama “Pelota italiana”, stranamente giocata con un tamburello, anziché un mandolino… https://it.wikipedia.org/wiki/Pelota_italiana
Angolo delle curiosità:
C’è questa cosa molto bella nel lessico di gioco:
A la novia significa “ultimo punto” (letteralmente, “dedicato alla fidanzata”).
Barbakoa
Ogni tanto mi perdo dei pezzi e non aggiorno il blog per qualche giorno. Provo a recuperarli dal futuro, mettendo una falsa data precedente.
Non ve ne accorgerete mai! (questo è uno di quei post)
Per festeggiare il bel tempo di questa settimana e il fatto di avere un’ora di luce in più domencia siamo andati sul monte Jaizkibel (quello dietro a San Juan) a fare una grigliata.
Bellissima giornata, a base di cibo, sole, cibo, slackline, altro cibo e ancora cibo, principalmente.
In serata gli altri si sono attardati sul monte, mentre io sono ridisceso a piedi per raggiungere mia madre col suo compagno, che sono passati a vedere dove vivo, cosa faccio e chiedermi se mangio abbastanza.
Lunedì quindi (che ovviamente si è rimesso a piovere) visita guidata dei due paeselli e del museo di Albaola. Alle 18 poi, lezione di basco come tutti i lunedì.
Antxo
Pasajes Ancho o Pasai Antxo, che dir si voglia, è il paese dal lato del porto, di fronte all’imboccatura della baia dove si trovano San Pedro e San Juan/Donibane.
Insieme a Trincherpe/Trintxerpe e Lezo formano il comune di Pasajes/Pasaia, una creazione relativamente recente nei secoli dovuta alla volontà di riunire tutti i comuni che si affacciavano sulla baia per meglio gestirne il porto. https://it.wikipedia.org/wiki/Pasaia
Come si può vedere da quest’altra mappa, una volta Antxo non esisteva. Fu costruito a inizio novecento, su terreni riportati dai dragaggi della baia per creare la moderna area portuale.
Così paesi che sono sempre stati in qualche modo rivali e in competizione fra loro si sono ritrovati sotto lo stesso CAP. E qui entra in gioco la spiegazione del post di oggi.
La nuova cinghia per la lavatrice è arrivata la scorsa settimana, ma all’ufficio postale di Antxo, che per la ditta di Barcellona che ce l’ha spedita sempre Pasajes è…
Visto che nessuno ci sarebbe passato fino a chissà quando, stamattina ho preso la mia brava bici e ho costeggiato tutta la baia per andare dall’altra parte (non ci vuole poi molto, a dire il vero) e finalmente poter fare un bucato.
Pioggia: no
Potín
La domenica è il nostro sabato, già lo sapete. Stamattina c’era un bel sole e siamo usciti a navigare.
Per la prima volta nei tre mesi che sono qui ho preso il traghetto per San Juan, il paese di fronte a San Pedro. Rivali da sempre, sono da sempre stati collegati da un traghetto.
In passato erano le donne a fare il servizio di spola, perché tutti gli uomini erano fuori a pescare o a trainare a remi le navi che dovevano entrare nella baia.
Le bateleras sono conosciute nel mondo soprattutto grazie a Victor Hugo, che nel 1843 soggiornò qualche tempo a “Pasages” e le descrisse nel suo libro En voyage. Alpes et Pyrinées:https://fr.wikisource.org/wiki/En_voyage,tome_II(Hugo,_%C3%A9d._1910)/Alpes_et_Pyr%C3%A9n%C3%A9es/C/8
J’ai regardé ; j’étais entre deux collines avec de hautes montagnes pour horizon, et j’allais droit à un bras de mer auquel la route que je suivais aboutissait brusquement à vingt toises devant moi. Là, au point où le chemin plongeait dans le flot, il y avait quelque chose de singulier.
Une cinquantaine de femmes, rangées sur une seule ligne comme une compagnie d’infanterie, semblaient attendre quelqu’un, et l’appeler, et le réclamer, avec des glapissements formidables. La chose m’a fort émerveillé ; mais ce qui a redoublé ma surprise, ça été de reconnaître, au bout d’un instant, que ce quelqu’un, si attendu, si appelé, si réclamé, c’était moi. La route était déserte, j’étais seul, et toute cette bourrasque de cris s’adressait vraiment à moi.
Je me suis approché, et mon étonnement s’est encore accru. Ces femmes me jetaient toutes à la fois les paroles les plus vives et les plus engageantes : Señor frances, benga usted con migo ! — Con migo, caballero ! — Ven, homhre, muy bonita soy !
Elles m’appelaient avec les pantomimes les plus expressives et les plus variées, et pas une n’avançait vers moi. Elles semblaient des statues vivantes enracinées dans le sol auxquelles un magicien eût dit : Faites tous les cris, faites tous les gestes ; ne faites point un pas. Du reste, elles étaient de tout âge et de toute figure, jeunes, vieilles, laides, jolies, les jolies coquettes et parées, les vieilles en haillons. Dans ces pays rustiques, la femme est moins heureuse que le papillon de son champ. Il commence par être chenille ; ici c’est par là que la femme finit.
Comme elles parlaient toutes à la fois, je n’en entendais aucune, et j’ai été quelque temps avant de comprendre. Enfin des barques amarrées au rivage m’ont expliqué la chose. J’étais au milieu d’un groupe de batelières qui m’offraient de me faire passer l’eau.
A Pasaia son dedicate poche pagine, ma è piacevole leggerle (molto divertente il passaggio in cui Hugo si congeda dall’albergo di San Sebastián dicendo di volersi trasferire a Pasajes, lasciando il maître esterrefatto).
Purtroppo usciti dalla baia non c’era un alito di vento, ma siamo riusciti a issare le nostre vele al terzo sulla via del ritorno, andando fino in fondo alla baia, di fronte a Lezo.
Ritorno a remi, ovviamente. E poi birretta (non per me, tranquilli che sono ancora astemio) in piazza a San Juan. Purtroppo c’è da ammettere che è molto più bellina di San Pedro. Sarà che è dal lato al sole…
P.S. Se vi siete appassionate alla storia delle bateleras, qui trovate un saggio molto completo al riguardo a cura di Rosa M. Cantín (in castigliano): http://www.euskomedia.org/PDFAnlt/vasconia/vas23/23055090.pdf Ma non preoccupatevi: avremo modo di ritrovarle. A quanto pare il 31 luglio c’è una regata dedicata a loro!
Pioggia: no
Tabakalera
Stavolta ci sono andato il giorno giusto.
Questa settimana davano Hidden Figures. https://www.hiddenfigures.com/
Il film è carino ma non merita molti commenti: è la classica commedia feel-good da americani. Più interessante la storia su cui si basa: probabilmente vale la pena di leggere il libro, che peraltro copre un arco di tempo e di storie molto più ampio del film. https://www.harpercollins.it/HarperCollins/Libri/Biografie/Il-diritto-di-contare
Ovviamente c’è un articolo del Post al riguardo, giuro che l’ho trovato per caso e non lo stavo cercando:
Mi ero ripromesso però di dire due cose su che cos’è la Tabakalera, edificio certamente degno di nota e in effetti impossibile da non notare in centro a Donosti. https://www.tabakalera.eu/es/home
In realtà non so molto di più di quello che c’è scritto su Wikipedia https://en.wikipedia.org/wiki/Tabakalera ma vi posso dire che dal 1913 al 2003 è stata attiva come manifattura tabacchi, quando ancora si trattava di monopolio di stato (fu perciò costruita su terreno statale). Nel 2004, dopo essere stata dismessa, fu comprata da Regione, Provincia e Comune per renderla un “Centro Internazionale della Cultura Contemporanea”.
Tra 2010 e 2015 è stata completamente ristrutturata e ora i suoi 37 CHILOMETRI QUADRATI di superficie (su più piani, ok) sono a disposizione della cittadinanza, con mostre, laboratori, biblioteca, cinema e residenze artistiche, ma anche un bar, un albergo a quattro stelle e le sedi di varie istituzioni culturali come il Festival del Cinema di San Sebastián. https://en.wikipedia.org/wiki/San_Sebasti%C3%A1n_International_Film_Festival
All’ingresso c’è un manifesto molto bello di cui purtroppo ho solo una brutta foto fatta da me:
Mi sembra molto bello che si voglia investire così tanto per una cosa che alla fine non ha un vero modo di ripagarsi (va bene, c’è un albergo dentro, ma vi garantisco che è una minima parte dell’estensione dell’edificio).
Arotza
Oggi, come dicevo l’altro giorno, è vacanza per la festa del papà.
*momento pieroangela*
Perché è proprio oggi la festa del papà? Perché il 19 marzo è, secondo la tradizione cattolica, la data della morte di San Giuseppe, “papà adottivo” di Gesù, come scrive il Post.
Ma ovviamente Giuseppe prima di essere padre era falegname, per questo è anche il patrono dei carpentieri. In un certo qual senso allora, aveva senso che fossimo in vacanza anche noi oggi.
Ovviamente se qualcuno volesse approfondire la figura di San Giuseppe non mi stancherò mai di consigliare le agiografie di Leonardo Tondelli (sono sul Post, lo so, ma ci sono anche sul suo sito, se volete: https://leonardo.blogspot.com/p/blog-page.html)
Pioggia: no.