Oggi è la festa di San Giovanni. In Italia non siamo soliti celebrarla, ma in Spagna e in altri Paesi è molto sentita (in Finlandia per esempio c’è Juhannus) e durante la notte della vigilia ci sono festeggiamenti che generalmente prevedono l’accensione di grandi falò (verosimilmente un residuo delle feste pagane per il solstizio d’estate, che è il 21 giugno). https://es.wikipedia.org/wiki/Fiesta_de_San_Juan

La spiaggia di Zurriola, a Donostia

Anche a San Pedro e ovviamente a San Juan facevano festa, ma io, Rémi e Dani siamo andati a vedere cosa succedeva nella grande città.

La pira, col manichino (che non so bene chi o cosa rappresenti)
La nostra cena
La topa femminista
In tutte le città viene piantato un albero e tutti vogliono un pezzo della corteccia. Non so se per bruciarlo dopo o se da conservare durante l’anno. Ci hanno spiegato che non è una vera tradizione, ma una cosa che la gente ha preso a fare negli ultimi tempi.
Ma la cosa che mi ha lasciato più perplesso è che, stavolta sì per tradizione, i ragazzini bruciano i libri di scuola dell’anno passato che si è appena concluso.

Ecco, per quanto sia molto pittoresco vedere tutti quei falò sulla spiaggia trovo qualcosa di profondamente sbagliato nel bruciare i libri di scuola. Intanto perché i libri non andrebbero bruciati in nessun caso (chi è che diceva che chi brucia i libri prima o poi passa a bruciare uomini?). Poi non so, mi sembra che insegnare a dei ragazzini che quello che hanno studiato è inutile per l’anno nuovo mi sembra di nuovo profondamente sbagliato.

Anche l’eco-mostro del Kursaal è profondamente sbagliato, ma di certo è fotogenico
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