Mi sono preso una settimanina di vacanza approfittando dei giorni in cui Albaola era chiusa per Pasqua e con Rita ci siamo incontrati a metà strada. Grazie al ritrovato Giorgio abbiamo anche avuto un posto dove stare senza dover contribuire alla piaga di AirB&B! http://acquastanca.eu/2019/04/11/giorgio/

Raccontare tutto per filo e per segno non ha molto segno, ma ci sono alcune cosette che volevo postare.

Innanzitutto il scontro culturale coi treni spagnoli. Le ferrovie qui hanno una rete notoriamente poco estesa (tra l’altro con scartamento diverso dal nostro: https://en.wikipedia.org/wiki/Iberian-gauge_railways) e ci sono pochissimi treni a lunga percorrenza. Io ho preso un ALVIA, che non è l’alta velocità AVE, ma piuttosto un nostro Intercity.

Tipo lui, che era sull’altro binario (dove sia il 5 non lo so)

Ciò che è stato sconvolgente non sono tanto le dimensioni microscopiche della stazione di Donostia (che non è mica piccola come città, in fin dei conti) o il fatto che in tutto il pomeriggio da lì sarebbero partiti solo tre treni “seri” (non del trasporto locale, insomma). Piuttosto il fatto che per salire sul treno c’è da fare il check-in.

Questa è la coda al “gate” del mio treno per tornare da Barcellona

Mezz’ora prima della partenza apre il “gate”, e devi presentarti con biglietto e documento d’identità (a Barcellona siamo pure passati dal metal-detector, perché è una stazione molto più grande). E anche se adesso anche in Italia in certe stazione ai binari puoi accedere solo mostrando il biglietto (v. Milano Centrale), questo metodo mi sembra un po’ delirante, perché ovviamente c’è sempre una coda infinita.

Lungo la strada, ho provato a fare una foto ogni mezz’ora, ma èm stato un mezzo fallimento: venivano tutte mosse e poi si è fatto buio (sono sei ore di treno da qui a lì).

Qualcosa è venuto fuori… di certo si vede che il paesaggio cambia parecchio, che era un po’ l’obiettivo di ‘sta cosa:

Ma una volta arrivato a Barcellona cosa ho visto?

La Twingo più bella del mondo
Il culo di una galea
La fabbrica del Duomo (non sono riuscito a scorgere la Madunina, però)
Due belle porte
Un altro Saul. Italiano. Il primo che incontro di persona in trent’anni

Due righe le merita la festa di Sant Jordi, patrono della città. Tradizionalmente gli uomini regalano una rosa alla propria amata e le donne un libro. Adesso per parità di genere si preferisce regalarsi entrambe le cose. https://www.barcelona.cat/ca/santjordi

Con questa scusa la città si trasforma in un enorme festival di letteratura: ci sono banchetti di libri usati ovunque e presentazioni di libri con gli autori. Ma anche le librerie della città hanno le loro bancarelle nel quartiere e inutile dire che ci siamo salassati.

Ci sono tutte le combinazioni possibile di draghi, draghetti, rose e cavalieri (inclusi i gender-swap ovviamente)

Potevamo andarcene senza vedere la Pasqualetto? Certo che no.

Sul tavolo, due vermut (che in Spagna va tanto) e una coca
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