E niente, mi stavo leggendo la newsletter di Atlas Obscura https://www.atlasobscura.com/newsletters e ho scoperto che i ristoranti baschi negli Stati Uniti are a thing.
A quanto pare gli immigrati baschi, che si occupavano principalmente di pastorizia (occupazione poco ambita perché poco remunerata e senza necessità di conoscere bene l’inglese) passavano la stagione invernale “svernando” in questi hotel a gestione basca, che gli facevano anche da interpreti per le varie incombenze e permettevano a persone che facevano un mestiere molto solitario di socializzare con fellow expats.
Durante la seconda guerra mondiale la richiesta di lana aumentò, e per i pastori baschi era molto facile ottenere un visto per gli Stati Uniti, grazie agli stretti legami tra il senatore del Nevada Pat McCarran, fortemente anti-comunista, e il regime di Franco. Uno riceveva manodopera a basso costo, l’altro si liberava di poveracci che non ne volevano sapere di essere assimilati dallo stato centrale spagnolo.
La cucina ormai non ha più nulla a che vedere con quella di qui (anche perché, banalmente, non là c’è il mare). Però qualcosa rimane, per esempio un drink a base di amaro Picon, un tempo celebre nei Paesi Baschi di cui io qui non ho mai sentito parlare. https://en.wikipedia.org/wiki/Picon_(ap%C3%A9ritif)
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