Ieri ho finalmente conosciuto Marco, ragazzo di Venezia (“nato a Venezia ma cresciuto al Lido”, parole sue) che mi avevano già anticipato vivere qui e lavorare occasionalmente in uno dei bar di San Pedro (il Begihaundi). Ero seduto a parlare di baccalà con gli altri (c’è un negozietto a Trintxerpe che vende solo quello, per questo è uscito l’argomento) e proprio mentre citavo il baccalà mantecato il cameriere che ci stava portando via i bicchieri vuoti mi fa: “ma sei italiano?”
Oggi invece uno dei volontari che spesso passano per lavorare qua, principalmente nei fine settimana, mi presenta un altro che avevo già visto altre volte, dicendomi: “lui è italiano”. E così ho conosciuto pure Alessandro, sardo che lavora per una birrificio locale. A quanto pare qui intorno ci sono più italiani di quanto mi aspettassi.
“Mala Gissona” è il nome del birrificio, che peraltro ha degli accordi con Albaola e produce la birra “Nao”, venduta nel negozio del museo.
Il nome significa “cattiva persona”, in un misto tra il castigliano mala e il basco gizona. L’espressione si trova attestata in un manoscritto risalente al XVII secolo contenente la lista denominata Vocabula Biscaica, ovvero una lista di parole basche mischiate ad altre inglesi, francesi, olandesi, spagnole e tedesche.
Era una specie di dizionario per i marinai che cacciavano balene nel mare del nord e contiene anche alcune frasi di quello che è noto come Pidgin Basco-Irlandese (https://en.wikipedia.org/wiki/Basque%E2%80%93Icelandic_pidgin).
La birra come ben sapete non mi interessa più di tanto, ma solo per questo si sono guadagnati la mia simpatia da linguista.
Pioggia: no.