Tabakalera

Stavolta ci sono andato il giorno giusto.

Questa settimana davano Hidden Figures. https://www.hiddenfigures.com/

Il film è carino ma non merita molti commenti: è la classica commedia feel-good da americani. Più interessante la storia su cui si basa: probabilmente vale la pena di leggere il libro, che peraltro copre un arco di tempo e di storie molto più ampio del film. https://www.harpercollins.it/HarperCollins/Libri/Biografie/Il-diritto-di-contare

Ovviamente c’è un articolo del Post al riguardo, giuro che l’ho trovato per caso e non lo stavo cercando:

Mi ero ripromesso però di dire due cose su che cos’è la Tabakalera, edificio certamente degno di nota e in effetti impossibile da non notare in centro a Donosti. https://www.tabakalera.eu/es/home

In realtà non so molto di più di quello che c’è scritto su Wikipedia https://en.wikipedia.org/wiki/Tabakalera ma vi posso dire che dal 1913 al 2003 è stata attiva come manifattura tabacchi, quando ancora si trattava di monopolio di stato (fu perciò costruita su terreno statale). Nel 2004, dopo essere stata dismessa, fu comprata da Regione, Provincia e Comune per renderla un “Centro Internazionale della Cultura Contemporanea”.

Tra 2010 e 2015 è stata completamente ristrutturata e ora i suoi 37 CHILOMETRI QUADRATI di superficie (su più piani, ok) sono a disposizione della cittadinanza, con mostre, laboratori, biblioteca, cinema e residenze artistiche, ma anche un bar, un albergo a quattro stelle e le sedi di varie istituzioni culturali come il Festival del Cinema di San Sebastián. https://en.wikipedia.org/wiki/San_Sebasti%C3%A1n_International_Film_Festival

All’ingresso c’è un manifesto molto bello di cui purtroppo ho solo una brutta foto fatta da me:

Grossomodo dice: “Entra, senza di te questo spazio non ha senso”.

Mi sembra molto bello che si voglia investire così tanto per una cosa che alla fine non ha un vero modo di ripagarsi (va bene, c’è un albergo dentro, ma vi garantisco che è una minima parte dell’estensione dell’edificio).

Arotza

Oggi, come dicevo l’altro giorno, è vacanza per la festa del papà.

*momento pieroangela*

Perché è proprio oggi la festa del papà? Perché il 19 marzo è, secondo la tradizione cattolica, la data della morte di San Giuseppe, “papà adottivo” di Gesù, come scrive il Post.

Ma ovviamente Giuseppe prima di essere padre era falegname, per questo è anche il patrono dei carpentieri. In un certo qual senso allora, aveva senso che fossimo in vacanza anche noi oggi.

Ovviamente se qualcuno volesse approfondire la figura di San Giuseppe non mi stancherò mai di consigliare le agiografie di Leonardo Tondelli (sono sul Post, lo so, ma ci sono anche sul suo sito, se volete: https://leonardo.blogspot.com/p/blog-page.html)

Pioggia: no.

Zikin

Per chi se lo stesse chiedendo, un piccolo aggiornamento sullo stato della lavatrice:

Per fortuna almeno l’asciugatrice funziona.

Pioggia: avevo scritto oggi no, ma in realtà adesso sta piovendo. Per mezz'ora, ma ce l'ha fatta a piovere anche oggi.

Stanley 5-12-060

Come sapete, un pezzetto alla volta mi sto costruendo la mia cassetta degli attrezzi. Oggi finalmente è arrivato il mio primo pialletto!

Non ha il fascino vintage del mercatino, ma ha una fodera omaggio!

In inglese si chiama block plane. L’ho pagato 30€ come nuovo-usato, con l’intenzione di usarla come pialla da battaglia. Piccola e relativamente leggera, si può maneggiare comodamente con una mano sola e visto che l’ho pagata poco non mi preoccuperò ad usarla anche in situazioni “a rischio”, ad esempio in presenza di chiodi o viti.

Chi l’aveva comprata prima di me probabilmente non sapeva neanche come usarla, perché aveva praticamente solo qualche segno di usura sulla lama.

In generale però è buona norma quando si compra una pialla rettificarla. Soprattutto se non è una pialla da centinaia di euro, è possibile che la suola non sia perfettamente piana e che il ferro vada affilato.

Ho lisciato la suola passando la pialla su fogli di carta vetrata progressivamente più fina (80-150-320), avendo l’accortezza di posizionarla sopra una lastra di vetro per essere certo che fosse perfettamente in piano e lasciando ferro e seduta montati, con la lama ritratta ovviamente, per non cambiarne l’assetto finale.

Per ostentarne la lucentezza, ho poi passato anche il corpo (i lati)

Adesso mi manca ancora da affilare la lama, ma quella è un’altra storia.

Toka

Qui per la festa del papà è festa nazionale, perciò abbiamo tre giorni senza scuola.

Il museo è comunque aperto e ci sono quindi le guide e qualche carpentiere che lavorano. Complice anche il sole uscito oggi, il clima è però generalmente rilassato. Più rilassato del solito.

Oggi in pausa pranzo abbiamo fatto un gioco tipico: il toka.

Ander, uno delle guide

Il gioco è semplice: si lanciano dei dischi di metallo contro una barra metallica posta al centro di una struttura di legno posta a distanza convenuta. Scopo del gioco è ovviamente colpire più volte possibile la barra con gli otto dischi che si hanno a disposizione.

Ernesto, carpentiere sprezzante del pericolo, conteggia i punti

L’occasione è buona per ripassare un po’ i numeri, che ho da poco fatto al corso di basco:

1- Bat
2- Bi
3- Hiru
4- Lau
5- Bost
6- Sei (Con la “E” chiusa, però: questo è facile!)
7- Zazpi
8- Zortzi

Pioggia: no.

Zinema

A Donostia c’è un posto che si chiama Tabakalera. È un vecchio edificio industriale, riconvertito a centro civico per attività culturali varie. In un futuro prossimo ci farò un post per spiegarlo bene, promesso.

Fatto sta che tra febbraio e marzo c’è una rassegna cinematografica intitolata Ezezaguna (“L’ignoto”, però Zinema eta zientzia si capisce, dai). http://www.filmotecavasca.com/es/la-filmoteca-vasca-y-el-donostia-international-physics-center-dipc-presentan-la-segunda-edicion-del-ciclo-sobre-cine-y-ciencia-lo-desconocido Film a 3,5€, in lingua originale e con introduzione di un qualche scienziato/ricercatore.

Tutto molto bello, mi dico, e oggi danno pure un film russo, figata: ci vado.

Stasera c’era la possibilità di vedere “La morte corre sul fiume”, per un’altra rassegna. Ho preferito fare un giro della Tabakalera, andare a fare la spesa e rientrare a San Pedro.

Oggi però non è giovedì.

“Grande America”

A quanto pare martedì è affondata una nave cargo dell’armatore Grimaldi nel golfo di Biscaglia, dopo aver avuto un incendio a bordo.

Si trova al largo de La Rochelle e qui sono tutti all’erta per eventuali chiazze di carburante e petrolio che potrebbero essere trasportate dal vento verso la costa qua da noi.

Garbigailua

Un minuto di silenzio per la cinghia della lavatrice del dormitorio.

Insegna a lavare agli angeli (con tutte quelle tuniche bianche lassù dev’essere un disastro)
Pioggia: sì.

Marqués de la Victoria

Parlavo con Joseba del libro incomprensibile che ci ha fatto conoscere Jens, che purtroppo ha ben poche immagini (http://acquastanca.eu/2019/03/09/thomas-rajalin/) e mi ha passato un altro libro, quasi coetaneo, che al contrario ha praticamente solo disegni e un po’ di testo (per di più in castigliano e quindi relativamente facile da leggere).

Si tratta del Diccionario de Arquitectura Naval Antigua y Moderna di Juan José Navarro de Viana y Búfalo (1687-1772), primer Marqués de la Victoria, capitán general de la Real Armada.

Conosciuto anche come Álbum de Construcción Naval, è un trattato su tutto ciò che riguarda la costruzione navale, dal legno utilizzato, alle vele, gli armamenti, l’allestimento degli interni con tanto di rappresentazione dei paramenti sacri per il sacerdote di bordo e del mobilio per gli ufficiali, delle provviste da caricare e dalle stoviglie della cucina. Vengono raffigurati anche gli edifici dove si lavorano le varie parti, dalle corderie alle forge, dalle segherie alle tese dove vengono realizzate le ancore. Inoltre il buon marchese si prende la briga di disegnare anche tutti gli attrezzi utilizzati, dai chiodi, alle seghe, le asce, i girabacchini, le gru.

Davvero bello da sfogliare, ricorda un po’ le enciclopedie per bambini, quelle con solo immagini raggruppate per temi. Se volete qui si trova qualche informazione in più al riguardo, corredate da altre scansioni ma di bassa qualità (nonché la bibliografia completa del Marchese): http://www.armada.mde.es/museonaval/aplicaciones/coleccion-marques-victoria/#

La sorpresa è stata trovarci una gondola, quando parla delle varie barche del mondo:

In effetti ha copiato perfino la speculatura dovuta alla stampa

Ma come mi ha fatto notare Gilberto (https://www.veniceboats.com), si tratta di una copia dal trattato Architectura navalis et regimen nauticum di Nicolaas Witsen (1641–1717), che se volete potete scaricare qui: https://ia902703.us.archive.org/1/items/bub_gb_XfA3AQAAMAAJ/bub_gb_XfA3AQAAMAAJ.pdf

A poppa si nota la pedana per il vogatore che dovrebbe stare sul lato sinistro, ma l’incisore non poteva saperlo

Personaggio di gran lunga più interessante, Witsen fu sindaco di Amsterdam diverse volte, nonché amministratore della Compagnia Olandese delle Indie Orientali. Fu cartografo, “antropologo” e mecenate, amico di Pietro il Grande e ovviamente esperto di marineria. https://en.wikipedia.org/wiki/Nicolaes_Witsen

Pioggia: sì

Thomas Rajalin

Il mitico Jens (vedi l’articolo precedente http://acquastanca.eu/2019/03/09/windwagon/) ci ha spiegato che per gran parte del suo lavoro di archeologia sperimentale di ricostruzione di vele e cordame si è basato su un testo del 1730, scritto dall’ammiraglio Thomas Rajalin e con un titolo facile e intuitivo:

Nödig Underrättelse 
Om 
Skiepz-Byggeriet
Och der utaf härflytande 
Högnödige och Siöwäsendet 
Samt 
Taklingen tilhörige Proportioner 
Efter 
Höga wederbörandes 
Befallning 
Beskrifwen på Swänska och med nödige Figurer förklarat

Sempre sia lodato Wikimedia Commons

Da quello che ci ha raccontato è un peccato che non ci sia in giro una traduzione in inglese (almeno che io sappia). In pratica si tratta di un manuale pensato per essere rivolto ai maestri d’ascia che lavoravano per la flotta reale, con l’intento di standardizzare i materiali e i metodi di costruzioni delle navi.

Per un lettore moderno ci sono dei passaggi un po’ spiazzanti, perché è quasi tutto è spiegato senza immagini e senza usare nozioni teoriche e matematiche ma modi che fossero comprensibili a un costruttore di barche analfabeta del millesettecento. Tipo (esempio inventato): “per trovare l’inclinazione dell’albero maestro prendete uno spago che vada dalla chiglia alla sommità dell’albero, avvolgetelo tredici volte sull’albero stesso e avrete la distanza di dove dovrà cadere il filo a piombo che parte dalla cima dell’albero rispetto alla base. Tutto questo per evitare di dire cose tipo “un’inclinazione di tre gradi”.

Ci diceva che ovviamente a volte non è particolarmente chiaro a un lettore moderno, per esempio quando si riferisce ai diametri delle funi partendo dagli spaghi con cui vengono intrecciate, di cui però oggi non conosciamo la dimensione esatta (oltre alle difficoltà odierne che ci raccontava di reperire funi di canapa di qualità adeguata).

Qualche disegno c’è, ma forse non aiuta poi molto un neofita come me

Se siete interessati a provare a leggerlo, ne ho trovata una parte trascritta (ma non tradotta) e la scansione in pdf in alta risoluzione da scaricare:

http://www.bruzelius.info/Nautica/Shipbuilding/Rajalin(1730).html

https://weburn.kb.se/metadata/998/EOD_2980998.htm