Oggi è finito il corso di basco dell’euskaltegi. A essere sincero nell’ultimo mese avevo saltato un po’ di lezioni, vuoi perché in Italia, vuoi perché non particolarmente entusiasta dell’insegnante.

Riflettevo sul fatto che mentre ero in Finlandia, dopo circa otto mesi avevo iniziato a essere in grado di comunicare con relativa agilità. Sono qui da cinque e all’essere fluente non mi ci avvicino neanche.

Certo, la situazione è molto diversa: ho il doppio degli anni di allora (quasi), vivo da solo e non in una famiglia che parli solo basco, lavoro tutto il giorno anziché andare a scuola mezza giornata e ho smartphone e portatile con internet anziché lettore mp3 e cellulare Nokia (ergo molte più distrazioni).

Inoltre, la mia motivazione è bassissima (e come ci insegna Balboni, la motivazione è fondamentale nell’apprendimento di una lingua straniera): tutti qui sono perfettamente bilingui. Spesso mi pare addirittura più fluenti in castigliano che in basco. Non è come in Finlandia dove è vero sì che molti parlano inglese, ma mai tra di loro e mai come lingua madre.

Ad ogni modo, farò in modo di studiare un po’ durante queste vacanze e a ottobre conto di iscrivermi nuovamente per proseguire il corso. Nel frattempo, vi aggiorno con l’ultimo verbo che abbiamo studiato, sempre per darvi un’idea di cosa sia l’euskera: ecco a voi “avere”.

UKAN

nik dut / ditut
zuk duzu / dituzu
hark du / ditu
guk dugu / ditugu
zuek duzue / dituzue
haiek dute / dituzte

Perché ci sono due forme? Perché dipende se il complemento oggetto è singolare o plurale, ovviamente.

Inoltre, i più sagaci di voi avranno notato che il verbo “essere” di cui vi avevo parlato all’inizio delle lezioni aveva dei pronomi diversi:

IZAN

ni naiz
zu zara
hura da
gu gara
zuek zarete
haiek dira

Questo perché il basco è una delle poche lingue al mondo (l’unica in Europa) a essere ergativa, ovvero distingue i soggetti dei verbi transitivi da quelli dei verbi intransitivi. https://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_ergativo-assolutiva

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