Ora penserete che qui sono circondato da italiani o che a San Pedro parlano tutti italiano. Giuro che non è così.

Però il barista dell’Antxeta, il terzo bar che si incontra partendo da Albaola (e solitamente il limite massimo verso cui ci spingiamo), parla italiano. Con un accento un po’ romanesco.

Per tredici anni ha vissuto a Pozza di Fassa, in Trentino. http://www.comune.pozzadifassa.tn.it/

Durante l’estate però si faceva 5 mesi non so dove fuori Roma, ecco spiegato l’accento. Dice che ha imparato l’italiano con la Settimana Enigmistica e che è la cosa che gli manca di più dell’Italia. Me ne farò portare su una copia da regalargli (glielo devo: ci ha offerto un sacco di roba).

Beh, comunque chiacchierando del più e del meno è saltato fuori che anche in Italia si gioca a pelota, che Wikipedia chiama con un nome molto autarchico: https://it.wikipedia.org/wiki/Palla_basca

Qui è lo sport nazionale, seguitissimo. Ogni città ha almeno un frontón, il campo da gioco che nei paesi più piccoli coincide con la piazza centrale.

http://ketari.nirudia.com/17538

Tra le tante, ho scoperto che ne esiste una variante che si chiama “Pelota italiana”, stranamente giocata con un tamburello, anziché un mandolino… https://it.wikipedia.org/wiki/Pelota_italiana

Angolo delle curiosità:
C’è questa cosa molto bella nel lessico di gioco:
A la novia significa “ultimo punto” (letteralmente, “dedicato alla fidanzata”).

Categorie: Diario