Lavorare con dei carpentieri permette di venire facilmente in contatto col vernacolo locale. Mentre ancora non distinguo le imprecazioni basche dai complimenti, il castigliano è molto più facile da comprendere, e divertente.

*Disclaimer: questo articolo contiene parole che forse al vostro amico spagnolo potrebbe non fare piacere sentire*

La parola più usata è senza dubbio joder, che viene declinata in ogni sua forma (no me jodas va molto, ma l’infinito semplice resta un classico).

Al secondo posto, ma primo nei nostri pur sempre un po’ veneti cuori, c’è il bellissimo ostia. Pronunciato con severità e sentimento vale più di mille parole. Quando qualcosa es la ostia significa che è una figata. Mi domando perché a San  Sebastián ancora non vendono le magliette con scritto “Donostia es la ostia“. Devo registrare il marchio, così divento ricco…

Terzo posto, ma solamente perché più complesso e perciò meno immediato nell’utilizzo, per la frase me cago en <la qualsiasi> (il più strano che abbia sentito è me cago en la leche, “nel latte”).
Ovviamente esiste la possibilità di combinare le tre a piacimento, come per l’onnipresente me cago en la ostia.

Ma nulla ti aiuta a piallare un pezzo di legno o piantare un chiodo come si deve quanto un me cago en dios ben scandito. Certi lo usano come un vero e proprio intercalare, forse i Paesi Baschi sono il Veneto di Spagna? Una ulteriore prova a favore di questo è che la criptobestemmia usata per sostituire ostia è ostras, che significa propriamente “ostriche”. Praticamente il celeberrimo ostregheta.

Pioggia: Sì.
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